SA CORBULA: un arte millenaria
La tradizione dell’oreficeria Sarda trova da sempre la sua massima espressione nella filigrana.
Un complesso metodo di realizzazione che prevede l’utilizzo di filo d’oro o d’argento liscio o ritorto saldato in punti con lo stesso materiale del filo.
La produzione ampiamente documentata da ritrovamenti archeologici colloca la produzione di filigrana sarda all’interno dei primi insediamenti fenici dell’isola. Una tradizione millenaria di gran lunga la più riconosciuta e apprezzata. Tra i gioielli tipici della lavorazione in filigrana troviamo i bottoni.
Inizialmente ad ornamento di costumi dell’aristocrazia isolana, nel tempo sono diventati parte del costume tradizionale di ceti sociali più bassi. Questo ha consentito una diffusione maggiore e la nascita di innumerevoli botteghe artigiane sparse in tutta l’isola.
La dimensione del bottone sardo era variabile e dipendeva soprattutto dalla possibilità economica dell’acquirente.
La forma tipica del bottone a doppia calotta simboleggia il seno femminile, naturale augurio di fertilità alla famiglia.
Una delle rivisitazioni della filigrana sarda è Sa Corbula.
In sardo Sa Corbula rappresenta il tipico cestino intrecciato utilizzato per il trasporto e per conservare cibi, la rivisitazione in forma di gioiello vede la creazione di una filigrana sferica con al centro un punto in evidenza. Questo richiamo è una rappresentazione della maternità e della fertilità .
Il particolare gioiello ha avuto molto successo negli ultimi anni nelle sue versioni in oro ed argento.
In figura accanto si possono notare una variante della corbula in argento 925 come pendente
e una squadratura liscia all’interno